Divisione dell’ucraina: la proposta usa ispirata alla Germania post-1945 e il rifiuto di mosca

2025-04-12 14:12:08
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Un rappresentante diplomatico statunitense a kiev ha avanzato l’ipotesi di dividere l’ucraina secondo un modello simile alla spartizione della Germania dopo la seconda guerra mondiale. La proposta prevedrebbe tre zone d’influenza sotto il controllo rispettivamente di Russia, Regno unito e Francia, separate da un’area smilitarizzata. Fonti vicine ai negoziati segnalano che l’idea è stata discussa informalmente come possibile soluzione negoziale, ma non rappresenta una posizione ufficiale del governo americano.

Il parallelo storico con la conferenza di potsdam del 1945, che divise la Germania in quattro settori di occupazione alleata, solleva interrogativi sulla sua applicabilità al contesto ucraino. Gli esperti di relazioni internazionali ricordano che la situazione attuale differisce per il ruolo delle organizzazioni sovranazionali come l’onu e l’osce, nonché per il diverso quadro del diritto internazionale. Secondo dati del dipartimento di stato usa, dal 2014 a oggi si sono succedute 28 iniziative diplomatiche per risolvere il conflitto, con esiti limitati.

Il cremlino ha respinto con fermezza la proposta attraverso il portavoce dmitry peskov: “la Russia non accetterà soluzioni che neghino l’integrità territoriale delle regioni già incorporate”. L’atteggiamento di mosca riflette la posizione ufficiale espressa in oltre 40 documenti ufficiali dal 2022, che definiscono “inalterabili” i confini attuali delle regioni annesse. Analisti geopolitici sottolineano come questa rigidità sia bilanciata da aperture tattiche su altri fronti negoziali.

Le reazioni internazionali mostrano un panorama diviso. I paesi del gruppo dei sette hanno espresso perplessità sulla fattibilità del piano, mentre alcuni stati non allineati lo considerano un possibile punto di partenza per i dialoghi. L’ucraina mantiene una posizione ufficiale contraria a qualsiasi ipotesi di divisione territoriale, come ribadito dal presidente zelensky in 15 discorsi pubblici nell’ultimo semestre.

Il dibattito accademico evidenzia due principali correnti di pensiero. La prima sostiene che modelli storici di spartizione possano offrire framework negoziali utili, citando come precedente gli accordi di dayton per la bosnia. La seconda corrente critica l’applicazione di schemi del xx secolo a conflitti contemporanei, sottolineando il diverso ruolo degli attori non statali e delle tecnologie militari. Un rapporto dell’istituto di studi per la pace di stoccolma segnala che il 68% dei conflitti territoriali risolti dopo il 2000 ha mantenuto l’integrità degli stati coinvolti.

L’evoluzione della situazione dipenderà da diversi fattori chiave: l’andamento del fronte militare, le pressioni economiche internazionali e la capacità diplomatica di mediare tra posizioni apparentemente inconciliabili. I prossimi mesi potrebbero vedere nuove iniziative negoziali, mentre cresce l’attenzione sul ruolo di mediatori emergenti come Cina e turchia.

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